
CONDIVIDIAMO IL COMUNICATO DIFFUSO A SEGUITO DELLA VIOLENTA REPRESSIONE ALLA TAZ MuTAZioni, nei pressi di San Gillio a Torino, tra cariche a freddo di persone a piedi, ruote dei mezzi bucate, parabrezza presi a manganellate, finestrini spaccati e persone ferite.
Testo integrale:
Nella mattina di domenica 13 aprile alla fine della taz Mutazioni a La Cassa (TO) la polizia è intervenuta in forze con l’obiettivo di perquisire i mezzi e sequestrare i materiali utilizzati durante il party.
Quello che è successo lo sappiamo: online ci sono tantissimi articoli con i video e persino alcuni tg hanno mandato servizi in televisione.
Ma la narrazione dei media e le interviste ai capoccia della polizia non sono quelle che ci interessano.
Vogliamo che sia la nostra narrazione ad essere importante: fatta di ciò che conta per noi, degli obiettivi che abbiamo, delle idee che condividiamo, delle tensioni che ci muovono.
Di fatto quello che è successo è molto semplice, ma con un valore enorme: un gruppo di persone ha deciso (come è successo in diverse altre città in Italia durante tutto l’anno passato e fino ad oggi) di riprendersi spazio rifiutando di sottostare a ciò che il governo Meloni vorrebbe imporre con il cosi detto decreto anti-rave e con il successivo inasprimento di tante altre misure di controllo e repressione sulle persone in diversi ambiti della società (un esempio su tutti il ddl 1660); è stato occupato un capannone abbandonato e centinaia di persone hanno partecipato alla taz accollandosi i rischi.
Al mattino quando la polizia è intervenuta, ancora una volta le stesse persone non si sono lasciate sopraffare dalla paura: con coraggio e determinazione si sono contrapposte alla violenza della polizia.
Ora, quello che ci chiediamo è: ci sentiamo di dire che sia stata una disfatta? In un momento storico come quello che stiamo vivendo di guerre e totalitarismi liberticidi che non lasciano quasi più aria per respirare, la risposta è no. Certo, abbiamo perso dei materiali, alcune persone sono state ferite e sicuramente arriverà la repressione, ma se crediamo in quello che facciamo allora non possiamo sentirci sconfitti/e.
Se lo Stato usa il pugno di ferro nelle piazze, durante le taz, sui luoghi di lavoro, a scuola, sui confini in cui muoiono migliaia di persone allora forse è il momento di reagire.
Imparare a farlo insieme, passo dopo passo, senza lasciare indietro nessuno/a. Se non lo facciamo ora, è tutto perduto.
Grazie a chi ha partecipato alla taz, a chi ci ha creduto e ha resistito alle cariche della polizia.
Questa non è la fine! Facciamo che sia l’inizio, tutte e tutti insieme!
Per non lasciare solo/a nessuno/a scrivete alla mail mutazioni.antirep@proton.me per informazioni e supporto in caso di denunce.
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